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PRESENTAZIONE

L’Assessore alla Sanità non può che riconoscersi in questa iniziativa che pone in sintonia luoghi istituzionali diversi aprendo una prospettiva educativa ed informativa importante su un tema fondamentale per la costruzione di valori nella società civile come quello collegato al problema delle persone affette da disturbi mentali.

Questa pubblicazione, fortemente voluta e sostenuta dall’Assessorato alla Sanità, si offre come sapiente e valido percorso alle giovani menti per conoscere e confrontarsi con le paure di pregiudiziali diversità, aprire un dialogo solidale, portare, anche nel contesto familiare, una serena presa di coscienza della sofferenza, dando voce al silenzio di chi rischia lo stigma e l’isolamento a causa dei pregiudizi e delle colpe che la norma costruisce per un precario e sbrigativo affrancamento

Carlo Borsani
Assessore alla Sanità
Regione Lombardia



Che lo sappia o no, che lo si voglia o meno, l’esperienza scolastica gioca un ruolo importante nello sviluppo e nella maturazione degli adolescenti, incidendo anche sul loro benessere.

La complessità sociale genera disagio socioculturale che, combinandosi col disagio evolutivo può creare le condizioni che facilitano l’emergere della sofferenza mentale.

Come può la scuola prevenire il disagio e promuovere la salute mentale? Esperienze antiche e recenti di prevenzione educativa evidenziano alcune strategie in cui una costante è la collaborazione fra Istituzioni corresponsabili di prevenzione. L Scuola, infatti, non può agire da sola assumendosi compiti complessi, che per loro natura chiamano in causa una pluralità di Istituzioni e di Agenzie educative. E’ necessario che ognuno individui il proprio contributo specifico e lo veda e lo viva come complementare a quello degli altri.

Questo volumetto è il frutto di una fattiva collaborazione tra il Settore Sanità della Regione Lombardia, l’Università degli Studi di Milano, l’Associazione UNASAM e questa Sovrintendenza Scolastica. Esso testimonia che coordinamento e integrazione delle attività non sono utopie ma realizzazioni possibili quando si condividono obiettivi e, insieme, si cercano strategie.

L’augurio è che le idee forti, contenute nel testo, rinforzino e diffondano l’impegno a costruire il “Benessere” producendo una cultura in cui:
Accogliere, ascoltare, conoscere e comunicare siano i normali caratteri della convivenza.

Settimo Accetta
Sovrintendente Scolastico
Regione Lombardia



A nome dell’UNASAM (Unione Nazionale della Associazioni per la Salute Mentale) che ha promosso l’iniziativa, desidero ringraziare chi ha collaborato per due anni allo sforzo non piccolo di far partire per la prima volta un progetto di prevenzione per la salute mentale nelle scuole lombarde.

Come in tanti altri settori, è determinante anche qui agire quanto più precocemente possibile. Ai famigliari, ai compagni di classe, al personale della scuola, insegnante o non, un messaggio solo apparentemente semplice: cercare di cogliere i primi sintomi del disagio. Non passare oltre o per timore di essere intrusivi, o per malintesa solidarietà, o per non voler vedere situazioni dolorose, o per non sapere cosa fare.

Le Associazioni nel campo della salute mentale sono sorte anche per questo. L’associazionismo sta crescendo in tutto il paese e consente almeno un primo risultato; non sentirsi più soli, né come sofferenti né come familiari. Altri sono passati attraverso le stesse circostanze e ne sono usciti bene.Confidiamo che questo volumetto dia un primo orientamento corretto e possa essere di aiuto.

L’UNASAM in Lombardia è rappresentata del C.L.P. (Coordinamento Lombardo Psichiatria via M.A.Colonna 57 - Tel 02/39265792; Fax 02/39266072) che raggruppa le Associazioni lombarde.

Ernesto Muggia
Presidente UNASAM









RINGRAZIAMENTI

Si ringraziano moltissimo gli Autori e gli Editori dei tre volumi qui sotto elencati, per la affettuosa e amichevole disponibilità che ci hanno concesso.

Guida alla salute mentale
Prof. Renato Piccione - Roma 1993
USL RM 11, Dipartimento di Salute Mentale

Tutti diversi, tutti uguali
Roma 1994
a cura dei Dipartimenti di Salute Mentale
delle USL RM 3 e RM 12

Che cos’è la schizofrenia?
Milano 1996
Prof. M. Casacchia e Dott. R.Roncone
Masson Editore

Naturalmente si ringraziano anche i componenti del gruppo di lavoro presso la Sovrintendenza Scolastica Regionale:

Dott. Massimiliano Chiolo

Dott. Giorgio Ferrazzi

Dott.ssa Emma Jandolo

Dott. Ernesto Muggia

Prof. Gustavo Pietropolli Charmet

Dott.ssa Marisa Valagussa


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PREFAZIONE

La malattia mentale esordisce precocemente. Raramente svela i propri sintomi durante l’infanzia; quasi sempre attende il passaggio dall’adolescenza alla prima età adulta per fare il suo lugubre ingrasso e mettere a soqquadro tutti gli sforzi fatti per conquistare la crescita e la serenità. Proprio quando sta per concludersi la lunga marcia verso l’autonomia e la potenza adulta, la malattia mentale attacca e minaccia di distruggere le conquiste realizzate e annichilire le competenze affettive e relazionali acquisite con tanta fatica.

Gli scienziati non hanno raggiunto l’accordo su quali possono essere i motivi che congiurano a rendere la conclusione dell’adolescenza la fase della vita in cui più facilmente si è esposti ala tragedia dell’inizio della battaglia contro la malattia che vuole riportare chi è già quasi arrivato alla maturità al rango di bambino piccolo, spaventato, triste, incapace di assumersi le responsabilità sociali per le quali si è lungamente preparato.Forse la malattia serpeggia durante le prime fasi di sviluppo senza mandare segnali chiari ed attende le prime grandi prove della vita per uscire allo scoperto. La prima grane delusione amorosa, il primo distacco dalla famiglia, le angosce innescate dalle prime responsabilità sociali fanno crollare tutto l’edificio della personalità costruito con tanta fatica e fanno emergere angosce infantili che travolgono le capacità di controllo adulto sulla propria vita mentale e pulsionale.

Forse la componente biologica della malattia ha bisogno di tempo: è una bomba ad orologeria che scoppia il più delle volte senza segni premonitori. O forse i rapporti violenti, le carenze affettive ed educative dell’ambiente hanno bisogno di cumularsi per poter travolgere le capacità di difesa del soggetto e perciò ci vogliono molti anni prima di costringere alla resa che è giunto quasi in salvo.

A volte la malattia mentali si manifesta negli anni dell’adolescenza, proprio nel mentre succede di tutto e le trasformazioni fisiologiche dell’organismo e della mente rendono incerto il significato delle originalità, delle bizzarrie, dei comportamenti imprevedibili e strani. In alcuni casi la malattia mentale è già al lavoro ma è mascherata dalle imprese trasgressive e avventurose che caratterizzano l’adolescenza, oppure s’ammanta della timidezza e della tendenza all’isolamento che caratterizzano certe adolescenze solitarie e creative.

Ecco perchè la battaglia ideale, culturale e solidale al fianco di chi deve lottare contro una malattia che minaccia la sua sopravvivenza e la sua capacità di amare e lavorare deve cominciare il più presto possibile. I ragazzi e le ragazze minacciati dalla malattia debbono trovare predisposta attorno a loro una rete di relazioni di aiuto che sia la più intelligente che si possa, la più solidale, la più accorta e povera di pregiudizi e stolidi timori.

La battaglia contro la malattia mentale riguarda tutta la rete delle relazioni che il soggetto intrattiene con l’ecosistema in cui vive. Genitori, insegnanti e soprattutto i coetanei, gli amici, i compagni di scuola hanno un ruolo essenziale. La malattia vuole portare la vittima lontano, la vuole mettere contro le relazioni sociali e amicali, a volte induce a confondere gli amici con i nemici. Bisogna riuscire a trattenere il ragazzo malato, la malattia non deve isolarli, renderlo sospettoso, aggressivo contro chi gli vuole bene ma non riesce più a capirlo.

E’ assolutamente necessario che la battaglia contro la malattia mentale venga combattuta da tutti. Non è lecito abbandonare chi ha la disgrazia di dover combattere contro i fantasmi e morte psichica, poiché da solo non può farcela a conservare il contatto. La malattia mentale è cattiva e pretende mille rinunce, esige sacrifici umani, chiedo l’olocausto delle amicizie, dell’amore, dei legami familiari: vuole ridurre la sua vittima alla solitudine delirante ed allucinata. I compagni di scuola e gli insegnanti possono fare molto: a volte di più della scienza psichiatrica. Possono tutelare il diritto dei ragazzi malati a mantenere i rapporti con la loro realtà e aiutarli a non cedere alle tentazioni della malattia che indica loro la strada del suicidio o della rinuncia all’amore.

Questo libro vuole essere uno strumento di lavoro per imparare a combattere contro l’ingiustizia ella malattia. La malattia mentale va conosciuta, è necessario parlarne apertamente, con un linguaggio comprensibile e chiaro. Fanno il gioco della malattia tutti coloro che fanno discorsi fumosi e troppo complicati. Per battere la malattia bisogna imparare a semplificare: ci pensa la malattia a complicare e rendere impossibile un discorso comprensibile e condivisibile da tutti.

Gustavo Pietropolli Charmet