Congresso UNASAM 2003 – Documento finale

27/28/29 novembre 2003

“Il punto sulla salute mentale, buone pratiche e percorsi di ripresa, regione per regione”
svoltosi a Roma nei giorni 27/28/29 novembre 2003, nel complesso di santa Maria della Pietà

Si è svolto nel nostro Paese un Congresso importante che ha avuto l’obiettivo di trattare i numerosi problemi attuali della salute mentale ed ha visto la straordinaria partecipazione attiva degli oltre 400 rappresentanti dei Coordinamenti e delle Associazioni regionali e locali aderenti all’UNASAM.
Ciò dimostra la grande e significativa rappresentatività della nostra Federazione Nazionale quale organizzazione di familiari e utenti presenti in tutta Italia.
Il Congresso ha evidenziato qualità ed essenzialità nel dibattito, svoltosi sempre in plenaria, che ha trattato la reale situazione delle singole regioni e ha realizzato uno scambio di conoscenze ed esperienze indispensabile per promuovere iniziative in tutto il territorio.
Fra i temi trattati si è evidenziata l’importanza di mantenere l’integrazione degli interventi sanitari con quelli sociali per una presa in cura veramente efficace.
Si è realizzato l’esempio di come sia possibile dare voce alle persone con esperienza di disturbi mentali, soprattutto perché solo dalle loro testimonianze soggettive possono emergere i fattori di ripresa, altro importante oggetto del Congresso.
Dal complesso degli interventi è emerso l’elevato grado di preparazione dei partecipanti, la loro capacità di analisi e la concreta costruttività delle proposte e delle realizzazioni.
E’ stata ribadita la convinzione, nata dalle esperienze vissute e dalle conoscenze acquisite, che la Legge 180/833 conservi tutta la sua validità e vitalità, anzi esca rafforzata dai risultati acquisiti, a dimostrazione che era e resta riferimento fondamentale per chiunque voglia affrontare e combattere su tutti i fronti le malattie mentali. La tutela della salute mentale è di competenza irrinunciabile e prioritaria del servizio pubblico, che solo può garantire a tutti i cittadini, e a maggior ragione ai più svantaggiati, la cure necessarie attraverso l’attuazione dei Progetti Obiettivo nazionali e regionali.
I Centri di Salute Mentale devono essere potenziati su tutto il territorio nazionale, con l’apertura 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana.
I Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura devono abbandonare qualunque pratica che violi i diritti della persona e per ciò stesso abolire la contenzione.
I Trattamenti Sanitari Obbligatori e gli Accertamenti Sanitari Obbligatori devono essere effettuati nel rispetto della persona, con atteggiamento di ascolto e comprensione da parte degli operatori, dopo aver percorso ogni tentativo per ottenere il consenso alle cure e la collaborazione.
Devono essere diffuse e valorizzate quelle esperienze di buona residenzialità (nel contesto urbano, di piccole dimensioni, con gli standard strutturali delle civili abitazioni, con operatori qualificati,…), abbandonando il ricorso alla nuova manicomialità in strutture residenziali non rispondenti ai bisogni della persona e secondo modalità che creano cronicizzazione.
Le drammatiche e inaccettabili condizioni di vita denunciate negli O.P.G. richiedono una azione concreta per il superamento di tali istituzioni, tenendo conto anche della recente sentenza della Corte Costituzionale 253/2003.
Occorre procedere con ogni urgenza al completamento degli organici nel rispetto del Progetto Obiettivo Nazionale Salute Mentale, perché è evidente la grave carenza di operatori nei servizi per la salute mentale.
E’ ancora più evidente la grave inadeguatezza delle risorse finanziarie; deve essere assolutamente garantito non meno del 5% delle risorse della sanità alla salute mentale e devono essere utilizzati solo per la salute mentale i proventi in qualsiasi modo derivanti dai beni degli ex O.P.
L’esperienza ci dimostra che l’inserimento nel mondo del lavoro è condizione necessaria per una concreta inclusione sociale delle persone con disturbo mentale; le Regioni devono impegnarsi finanziariamente a sostenere l’impresa sociale e dare pratica attuazione alle Legge 68.
La ricchezza delle esperienze presentate in questi giorni di Congresso ha dimostrato quanto valore aggiunto hanno tutte quelle realtà che ruotano attorno ai Dipartimenti di Salute Mentale (Associazioni di familiari e utenti, Caritas, Associazioni culturali, sportive e di volontariato…): le Regioni e i Comuni le devono riconoscere sostenendole finanziariamente, quali promotrici di progresso civile.
Occorre che tutte le organizzazioni operanti nel campo sanitario e sociale formino una grande alleanza, al di sopra e al di fuori di ogni influenza partitica, per confrontarsi con le istituzioni, Comuni, Provincie, Regioni e Governo, perché finalmente, dopo un quarto di secolo, si dia la risposta dovuta alle migliaia di famiglie italiane che nonostante tante sofferenze intendono battersi perché siano affermati i principi di garanzia del diritto alla salute mentale.

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